L’Italia, fuori dai suoi confini geografici, possiede una precisa estetica culturale e paesaggistica. In tutta questa vastità rappresentativa quale ruolo ricoprono gli autori italiani?
È da questa domanda che prende vita il concept progettuale del nuovo Festival di Bibbiena dedicata alla fotografia italiana.

Tra le molte iniziative, una mostra intitolata “Fotografia italiana: mappe, percorsi e linguaggi”, cerca di riflettere intorno ai temi identitari di questa magnifica avventura.

La fotografia italiana esiste? Eccome se esiste. Al di là delle infinite discussioni sul ritardo culturale del nostro Paese nell’ambito iconografico. Questa mostra, e questo libro, sono la conferma e allo stesso il racconto di un’esperienza che nulla ha da invidiare a quelle di altri Paesi. Il progetto, che si concentra su uno specifico perimetro temporale (dal dopo guerra in avanti), vuole raccogliere gli aspetti più significativi della storia recente della fotografia italiana. Questo è un tentativo di rileggere la storia della fotografia moderna e contemporanea, attraverso una formula narrativa capace di mettere in evidenza le peculiarità di ciascuno autore. Di raccogliere, informazioni e intenzionalità progettuali che hanno caratterizzato quella specifica produzione. La scelta di questi 100 autori si pone l’obiettivo di strutturare un percorso capace di attraversare le epoche e soffermarsi su ciò che questi autori hanno guardato, vissuto e infine raccontato. Un ricco viaggio per immagini che vede la restituzione della nostra storia collettiva attraverso la selezione di immagini singole e porzioni di progetti. Ciascuna serie di immagini è accompagnata da un’accurata descrizione che intende metterne in luce la raison d’être e le conseguenti dinamiche attuative.

Al termine di questo excursus sarà forse possibile trarre qualche conclusione.
La prima è riconoscere a una squadra di fotografi italiani il coraggio dell’approfondimento, unito al desiderio continuo di porre domande e rinunciare alla ricerca di risposte assolute. Solo letture critiche e consapevoli di un presente che vuole smettere di restare seduto su vecchi paradigmi.

Viste tutte insieme, queste fotografie sembrano disegnare una trasversalità che contribuisce a comprendere il futuro. Nessuna predizione. All’interno di questa mappatura non ci sono solo informazioni, c’è soprattutto l’invito a guardare il mondo da prospettive diverse. È spesso presente una ribalta che, fra ombre e luci, ci suggerisce che cosa ha generato il cambiamento, perché la fotografia è sicuramente un linguaggio ambiguo ma è anche un concentratore di relazioni e un distributore di dubbi. In questo senso, i fotografi presenti in questa rassegna, forse, non sono mai stati moderni. Casomai sempre avanti, anticipatori di un tempo a venire, narratori pertinenti, costruttori di perimetri emotivi, in grado di intendere la memoria come un pregiudizio.
Alla fine, il filo rosso di tutte queste storie è racchiuso nella precisa volontà di rinunciare a dire più di ciò che la realtà stessa conserva.
È la consapevolezza di chi sa bene che se una cosa non è fotografata, questa non esiste. Perché il mondo, visto da vicino, appare sempre nuovo e diverso.

Denis Curti – Direzione Artistica del Festival

Dove è la mostra?

Mappa

// 14 giugno 2024
// 06 ottobre 2024

Bibbiena – Casentino

CIFA – Bibbiena

Palazzo Ferri – Bibbiena

Chiostro di San Lorenzo – Bibbiena

Galleria Parentesi – Bibbiena

Castello Conti Guidi – Poppi

Palazzo Giorgi – Poppi

Salone del Lanificio – Stia

Limonaia del Palagio Fiorentino – Stia

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